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La macchina del sentire

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Sentire è “disporre delle facoltà dei sensi”. È qui che comincia l’estetica: prima di contrassegnare, nella modernità, l’oggetto di una specifica disciplina filosofica, estetico è l’aggettivo che descrive uno stato di sensibilità primaria del vivente, una potenza del corpo in attesa del contatto con l’esterno.
Ma oggi “chi” sente? Il sentire contemporaneo è innervato, embricato, articolato dalla comunicazione. Il nostro privato – la nostra soggettività – non è mai interamente nostro. L’interiorità è lavorata dalle agencies mediali, ostaggio del marketing, oggetto di contesa nell’economia delle esperienze.

COD: 9788855190756 Categoria:
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Sentire è “disporre delle facoltà dei sensi”. È qui che comincia l’estetica: prima di contrassegnare, nella modernità, l’oggetto di una specifica disciplina filosofica, estetico è l’aggettivo che descrive uno stato di sensibilità primaria del vivente, una potenza del corpo in attesa del contatto con l’esterno.
Ma oggi “chi” sente? Il sentire contemporaneo è innervato, embricato, articolato dalla comunicazione. Il nostro privato – la nostra soggettività – non è mai interamente nostro. L’interiorità è lavorata dalle agencies mediali, ostaggio del marketing, oggetto di contesa nell’economia delle esperienze.
Questo libro elabora un’ipotesi: il sentire non appartiene più a un soggetto ma è prodotto da una macchina. Si può estendere al sociale la nozione moderna di macchina, che appare già nell’opera di Marx, alla metà dell’Ottocento? Di conseguenza, che cosa può essere o diventare un soggetto-del-sentire, dunque un soggetto propriamente estetico, se usciamo dalle coordinate del senso comune: interiorità, immediatezza, spontaneità, scelta? E come funziona oggi questa macchina che fa-sentire, e che è insieme estetica ed economica? Com’è un desiderio embricato, coinvolto inestricabilmente nei dispositivi che pre-dispongono del sentire, oggi? E come chiamare il prodotto esemplare della macchina?

Fulvio Carmagnola insegna Estetica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove coordina anche le attività di OT-Orbis Tertius, gruppo di ricerca sull’immaginario contemporaneo. Fra le sue ultime pubblicazioni: Clinamen. Lo spazio estetico nell’immaginario contemporaneo (Premio Castiglioncello 2013), Dispositivo. Da Foucault al gadget (2015), L’anima e il campo. La produzione del sentire (2016). Per Meltemi ha pubblicato: La triste scienza. Il simbolico, l’immaginario, la crisi del reale (2002), Plot, il tempo del raccontare nel cinema e nella letteratura (2004, Premio Maurizio Grande 2005), Il mito profanato. Dall’epifania del divino alla favola mediatica (2017) e, con Telmo Pievani, Pulp Times. Immagini del tempo nel cinema d’oggi (20182).

Informazioni aggiuntive

Codice ISBN

9788855190756

Anno di pubblicazione

2019

N° pagine

166

Vanni Codeluppi – doppiozero.it, 30 gennaio 2020
“L’economia dell’immaginario”
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