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I paesi più forti drenano “surplus potenziale” da quelli più deboli e in questo modo determinano contemporaneamente il proprio sviluppo e il sottosviluppo degli altri. Così i primi si avvicinano al proprio “potenziale”, mentre i secondi ne restano distanti. È il concetto di “dipendenza”, che in queste pagine Visalli riesce a riassumere e defi nire come pochi altri.
I paesi più forti drenano “surplus potenziale” da quelli più deboli e in questo modo determinano contemporaneamente il proprio sviluppo e il sottosviluppo degli altri. Così i primi si avvicinano al proprio “potenziale”, mentre i secondi ne restano distanti. È il concetto di “dipendenza”, che in queste pagine Visalli riesce a riassumere e defi nire come pochi altri. A partire dalla “banda dei quattro”, Andre Gunder Frank, Samir Amin, Immanuel Wallerstein e Giovanni Arrighi, la lunga storia della teoria della dipendenza è indagata nelle sue plurime provenienze, dimostrando quanto la sua comprensione sia interessante oggi proprio per la sua natura di teoria del disequilibrio e del dominio.
Alessandro Visalli, architetto e dottore di ricerca in pianificazione territoriale, si è occupato per molti anni di scienze del territorio e ambiente. Dal 2013 gestisce il blog “Nella fertilità cresce il tempo”, nel quale sviluppa una lettura multidisciplinare dei territori della crisi di orientamento marxista. Sin dagli anni Novanta si è interessato dei temi connessi con la mondializzazione, l’impatto sociale e politico della mobilità, la regolazione, la razionalità della scelta pubblica. Tra le sue pubblicazioni: Discorso e negoziato (1998) e Conformità e adeguatezza (2002).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788855192316 |
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Anno di pubblicazione | 2020 |
N° pagine | 432 |
Carlo Formenti – micromega-online, 23 ottobre 2020
“Crisi della globalizzazione e attualità delle teorie della dipendenza”
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