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La retorica sviluppista si è conclusa, il mito della società industriale si è consumato. Ma cosa resta? La situazione attuale non è un “dopo l’industrializzazione”, ma un convivere con i suoi resti e le sue eredità. La storia di Taranto ci parla di capitalismo e modernizzazione, memoria sociale e identità collettiva, diritti umani e ambiente.
La retorica sviluppista si è conclusa, il mito della società industriale si è consumato. Ma cosa resta? La situazione attuale non è un “dopo l’industrializzazione”, ma un convivere con i suoi resti e le sue eredità. La storia di Taranto ci parla di capitalismo e modernizzazione, memoria sociale e identità collettiva, diritti umani e ambiente. Una città che ha “subito” lo sviluppo dalla fine dell’Ottocento con l’insediamento dell’Arsenale e della Marina Militare, e poi agli inizi degli anni Sessanta con la costruzione del polo siderurgico Italsider, oggi Ilva. In entrambi i casi si è trattato di una forma di colonialismo industriale ed eterodiretto dallo Stato con il beneplacito dei gruppi economici e delle élite politiche locali. Taranto rappresenta il naufragio di un modello di sviluppo novecentesco che ha sacrificato non soltanto paesaggi ma vite umane – “morti di progresso” – per il sogno mai compiuto di una crescita economica, culturale e sociale.
Marta Vignola è avvocato specializzato in tutela dei diritti umani e ricercatrice in Sociologia giuridica presso l’Università del Salento. È stata visiting researcher presso l’Université Libre di Bruxelles e l’Universidad Complutense di Madrid. Ha svolto lunghi periodi di ricerca e progettazione in America Latina. I suoi ultimi lavori sono rivolti al nesso tra rivendicazioni collettive dei diritti fondamentali e il mutamento sociale e giuridico che le stesse producono, soprattutto attraverso il ruolo svolto dalla memoria.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788883537516 |
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Anno di pubblicazione | 2017 |
N° pagine | 214 |
Presentazione di | Paolo Jedlowski |
Girolamo De Michele – Il Manifesto, 7 dicembre 2017
“L’identità ferita di Taranto, una città postindustriale”
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Luca Antonazzo – Nuovo Quotidiano di Puglia, 5 dicembre 2017
“La Fabbrica, il compromesso non più tollerabile”
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