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La lingua che ospita, in questa nuova edizione, pluralizza le coordinate-guida della riflessione indicate nel sottotitolo (Poetiche, politiche, traduzioni), ponendosi come strumento di interrogazione della mobilità transfrontaliera. Deterritorializzazione, contaminazione, creolità, de-colonizzazione, traduzione, trasformazione sono i territori costitutivi di questa narrativa, nella consapevolezza che i punti nodali toccati nella prima edizione – la diaspora, il border crossing, le transculturazioni, le lingue perdute e le lingue nuove/impure, la subalternità e la resistenza, la creatività, l’attivismo socio-culturale e la border art transatlantica – sono ancora essenziali per l’esplorazione delle pratiche neo-coloniali che inducono l’attuale mobilità lungo rotte mediterranee.
La lingua che ospita, in questa nuova edizione, pluralizza le coordinate-guida della riflessione indicate nel sottotitolo (Poetiche, politiche, traduzioni), ponendosi come strumento di interrogazione della mobilità transfrontaliera. Deterritorializzazione, contaminazione, creolità, de-colonizzazione, traduzione, trasformazione sono i territori costitutivi di questa narrativa, nella consapevolezza che i punti nodali toccati nella prima edizione – la diaspora, il border crossing, le transculturazioni, le lingue perdute e le lingue nuove/impure, la subalternità e la resistenza, la creatività, l’attivismo socio-culturale e la border art transatlantica – sono ancora essenziali per l’esplorazione delle pratiche neo-coloniali che inducono l’attuale mobilità lungo rotte mediterranee. La proposta teorico-critico-performativa di questa indagine è la smobilitazione delle demarcazioni dei confini geo-politici ed artistici con pratiche di border critical thinking. Il concetto occidentale di mappa è smontato per delineare le geo-corpo-grafie della creatività artistica e della mobilità senza frontiere che decolonizzano la normatività critica, gli steccati disciplinari e la geopolitica del respingimento lungo le frontiere di qualsivoglia mappa-mondo.
Paola Zaccaria ricercatrice attivista e attraversatrice di movimenti, docente di Culture letterarie e visuali anglo-americane presso l’Università di Bari, ideatrice e coordinatrice del progetto internazionale “S/Murare il Mediterraneo. Pratiche locali, nazionali e transfrontaliere di artivismo transculturale, per una politica e poetica dell’ospitalità e mobilità” (2009-presente. Blog: smuraremediterraneo.wordpress.com). Ha contribuito a introdurre in Italia il pensiero critico su frontiere e migrazioni traducendo nel 2000 Terre di confine/ La Frontera, di Gloria Anzaldúa. Si occupa di poetiche ed epistemologie decoloniali, diasporiche e frontaliere (dal volume di geocritica del 1999 Mappe senza frontiere fino ai saggi sulle pratiche artivistiche e l’elaborazione del concetto di TransMediterrAtlantico (2012, 2014, 2015, 2016).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788883537257 |
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Anno di pubblicazione | 2017 |
N° pagine | 292 |
Giulia Grimoldi – rivistatradurre.it, numero 15
“La recensione / 4 – Costruire ponti: la traduzione come strumento per una politica e poetica dell’ospitalità”
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Lili Goriup – succedeoggi.it
“Parole di confine”
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Lorena Carbonara – Degenere Journal
“Paola Zaccaria, La lingua che ospita”
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