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Tra le diverse forme di narrazione assunte dal cinema, quella del documentario fa della parola filmata il perno del racconto. Ancora oggi la voce documentaria – per eccellenza “la voce off” del cinema – viene legata a quella onnisciente, didascalica, asettica del reportage. La nostra percezione di spettatori, assuefatta agli stilemi dell’imperante codice televisivo, sembra spesso non cogliere le radicali evoluzioni che, a partire dalla modernità, l’elemento vocale ha compiuto nel narrare il reale (Godard, Marker, Resnais, Rouch, Varda, Sokurov, Herzog; o, in Italia, Pasolini, Mangini, De Seta).
Tra le diverse forme di narrazione assunte dal cinema, quella del documentario fa della parola filmata il perno del racconto. Ancora oggi la voce documentaria – per eccellenza “la voce off” del cinema – viene legata a quella onnisciente, didascalica, asettica del reportage. La nostra percezione di spettatori, assuefatta agli stilemi dell’imperante codice televisivo, sembra spesso non cogliere le radicali evoluzioni che, a partire dalla modernità, l’elemento vocale ha compiuto nel narrare il reale (Godard, Marker, Resnais, Rouch, Varda, Sokurov, Herzog; o, in Italia, Pasolini, Mangini, De Seta).
Il presente volume propone una decostruzione dell’idea tradizionale di voce documentaria, focalizzando la riflessione sul documentario italiano dell’ultimo ventennio (Marcello, Marazzi, Frammartino, Comodin, Ferrente, Savona) e sul perché l’elemento vocale applicato a quello che, non senza ambiguità, definiamo “cinema del reale” costituisca uno dei terreni di maggior sperimentazione del complesso rapporto tra piano dell’immagine e piano del linguaggio. A partire dal neologismo oromedialità, si indagano le due opposte tendenze che attraversano la “voce del reale” nel nostro presente: da una parte, essa appare compromessa con il ricco impasto mediale delle narrazioni in cui è coinvolta; dall’altra, sembra sempre più recuperare un carattere di “carnalità” nella sua esposizione orale, svelando l’instabilità emotiva e/o materiale della sua performance.
Alma Mileto è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Lettere e Culture moderne della Sapienza Università di Roma. Ha scritto saggi e articoli su volumi collettanei e riviste scientifiche, quali “Fata Morgana”, “Arabeschi”, “Biblioteca teatrale”, “Cinema e Storia”. È caporedattrice di “Fata Morgana Web”.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788855198363 |
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Anno di pubblicazione | 2023 |
N° pagine | 314 |
Prefazione di | Emiliano Morreale |
Laura Ysabella Hernández García – FataMorgana web, 15 aprile 2024
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