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Il libro raccoglie i testi di cinque lezioni tenute dall’autore nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Beni culturali DEA. Sullo sfondo di una teoria fenomenologica dello sguardo e delle rappresentazioni, nella prima di tali lezioni l’autore tenta di render conto della definizione, in termini antropologici, degli oggetti d’arte, con un confronto con le prospettive storico-artistiche delle discipline contermini.
Il libro raccoglie i testi di cinque lezioni tenute dall’autore nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Beni culturali DEA. Sullo sfondo di una teoria fenomenologica dello sguardo e delle rappresentazioni, nella prima di tali lezioni l’autore tenta di render conto della definizione, in termini antropologici, degli oggetti d’arte, con un confronto con le prospettive storico-artistiche delle discipline contermini. Nella seconda si sofferma in qualità di antropologo e di fotografo-etnografo su Aby Warburg e sul suo lavoro visto come punto di contatto tra scienza sociale, iconologia e storia dell’arte. Nella terza affronta la dimensione politica delle immagini fotografiche, viste come “dispositivo”, con riferimento ai processi di costruzione e decostruzione degli universi legati al disturbo psichico. Nella quarta dedica attenzione ad alcuni aspetti degli archivi fotografici personali in rapporto alle modificazioni della memoria imposte dal digital turn e dai complessi rivolgimenti sociali contemporanei. Nella quinta, infine, riflette su quella che appare come l’unità minima di significazione della rappresentazione in epoca moderna, il fotogramma: una sorta di ghostwriter, autore occulto di una parte importante della comunicazione iconografica e plasmatore non riconosciuto di numerose istanze digitali legate alla post-modernità.
Nel complesso, il libro tende a restituire un’idea ampia dell’antropologia visuale, analizzando a tutto tondo lo sguardo, il campo agentivo rappresentato dalla visione, le poetiche e le politiche d’immagine, con un confronto aperto e dialettico con la storia dell’arte, l’iconologia, la Bildwissenschaft, i Visual Studies, la critica e la storia dei media, in particolare della fotografia.
Francesco Faeta è professore ordinario di Antropologia culturale e insegna Antropologia visuale presso la Scuola di Specializzazione in Beni culturali DEA della Sapienza Università di Roma. Ha svolto attività di docenza e ha tenuto cicli di seminari presso numerosi atenei nazionali e all’estero. Per l’editore FrancoAngeli dirige la collana “Imagines. Studi visuali e pratiche della rappresentazione”.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788855197281 |
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Anno di pubblicazione | 2023 |
N° pagine | 194 |
Prefazione di | Ruggero Eugeni |
Antonello Ricci – Rivista di studi fotografici, n. 12 2022
“L’occhio e le cose”
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Massimiliano Palmesano – Libri & Notizie, gennaio 2022
“‘L’occhio e le cose’: cinque lezioni sullo sguardo nel libro di Francesco Faeta”
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