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Il pensiero europeo è allo stesso tempo indispensabile e inadeguato per riflettere sulle esperienze di modernità politica nelle nazioni non occidentali. Indispensabile perché le idee universali proposte dall’Illuminismo europeo rimangono la fondamentale base di ogni critica sociale che cerchi di affrontare i problemi della giustizia e dell’equità. Inadeguato perché la transizione capitalista nel Terzo mondo, se misurata con gli standard occidentali e con la nostra idea di storicizzazione, appare spesso incompleta o inefficace.
Il pensiero europeo è allo stesso tempo indispensabile e inadeguato per riflettere sulle esperienze di modernità politica nelle nazioni non occidentali. Indispensabile perché le idee universali proposte dall’Illuminismo europeo rimangono la fondamentale base di ogni critica sociale che cerchi di affrontare i problemi della giustizia e dell’equità. Inadeguato perché la transizione capitalista nel Terzo mondo, se misurata con gli standard occidentali e con la nostra idea di storicizzazione, appare spesso incompleta o inefficace. Già dalla metà del XX secolo la cosiddetta “epoca europea” della storia moderna ha cominciato a lasciare spazio ad altre configurazioni regionali e globali. Provincializzare l’Europa non significa però ripudiare o abbandonare il pensiero europeo, ma riflettere su come globalizzarlo rinnovandolo per e dai suoi margini.
Ogni caso di transizione al capitalismo non è più semplicemente interpretabile come un fenomeno sociologico di transizione storica, ma anche come un caso di traduzione: una traduzione di mondi esistenti e delle loro categorie di pensiero nelle categorie e nella cultura della modernità capitalista. Chakrabarty dimostra, sia in modo teorico che attraverso esempi dell’India coloniale e contemporanea, come tali storie di traduzione potrebbero essere pensate o scritte.
Imbastendo una sorta di conversazione tra due dei più importanti rappresentanti del pensiero europeo, Marx e Heidegger – l’uno esempio della tradizione analitica delle scienze sociali, l’altro di quella ermeneutica –, l’autore cerca di comprendere la modernità politica dell’Asia meridionale, prendendo in esame nella prima parte studi storici ed etnografici su gruppi “subalterni” e concentrandosi nella seconda sulla storia dei bengalesi indù delle caste superiori colte.
Provincializzare l’Europa comincia e finisce indicando la necessità del pensiero politico europeo per la descrizione della modernità politica non europea e, al tempo stesso, affronta i problemi di rappresentazione che tale necessità produce.
Dipesh Chakrabarty è professore di South Asian Studies and History all’Università di Chicago, dove è anche membro del Committee for History of Culture. Ha scritto Rethinking Working-Class History: Bengal 1890-1940 (1989), Habitations of Modernity (2002) e ha curato, con Shahid Amin, Subaltern Studies Vol. 9 (1997).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788883537011 |
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Anno di pubblicazione | 2004 |
N° pagine | 368 |
Traduzione di | Matteo Bortolini |
Girolamo De Michele – Il Manifesto, 25 luglio 2020
“La sfida della Terra tra natura e società”
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