Critica della ragione pandemica
COVID-19: ripensare la fenomenologia di un evento epocale
A cura di Federica Cappelluti, Paolo Cesaretti, Francesco Laviano
Un lavoro corale, articolato in tre sezioni (Medicina, Scienze sociali, Comunicazione), che documenta come l’emergenza epidemiologica da COVID-19, ben più che un evento medico, sia stata un fatto storico che ha segnato la società intera.
- Nei 14 saggi (3 in versione bilingue) presenti nella sezione MEDICINA, a cura del prof. Marco Cosentino (Univ. Insubria) e da lui introdotti:
. il prof. John Ioannidis (Stanford), epidemiologo di fama mondiale, mette in questione la validità dei “modelli” epidemiologici e la loro capacità di rispondere appropriatamente allo “stress test” della pandemia; prendendo in rassegna questioni cruciali quali i lockdown e la vaccinazione di massa, Ioannidis esamina gli esiti, positivi e negativi, degli approcci adottati, mettendo in luce problemi di affidabilità e trasparenza dei dati, limiti dei modelli e cattive pratiche nella comunicazione scientifica. Propone suggerimenti su come mettere in atto per il futuro misure di contrasto alle pandemie “che non dovrebbero sconvolgere la vita” e richiama alla necessità di test rigorosi per la valutazione dell’impatto degli interventi farmacologici e non.
. Sull’analisi dell’efficacia dei lockdown e dei loro danni collaterali si concentra il contributo della prof.ssa Sunetra Gupta (Oxford, promotrice della Great Barrington Declaration) che dimostra, sulla base dei dati raccolti tra il 2020 e il 2022, come tali misure siano state inutili nel controllare l’evoluzione dell’epidemia, date le caratteristiche proprie dei coronavirus, e di contro estremamente dannose alla luce delle loro conseguenze socioeconomiche. A questo proposito, Sara Gandini, epidemiologa biostatistica (IEO), discute criticamente i provvedimenti di chiusura di scuole e centri sportivi, documentando l’assenza di prove in merito alla conseguente riduzione delle infezioni, laddove è stato acuito il disagio psichico nei giovani. L’impatto della chiusura delle scuole nel 2020 è peraltro discusso su basi matematiche da Maurizio Rainisio, ricercatore matematico-statistico indipendente, che conclude che essa sia stata ininfluente ai fini della mitigazione della curva epidemica, così come è stata ininfluente a suo giudizion la riapertura delle scuole nel settembre 2022.
Sull’asimmetria tra la provata mitezza dell’infezione da SARS-CoV-2 e della malattia COVID-19 nei più giovani e le pesanti conseguenze sul piano fisico e psichico che sono state loro inferte in conseguenza delle misure adottate per il contenimento della pandemia si articola il contributo di Patrizia Gentilini, specialista in oncologia ed ematologia generale (Fondazione Allineare Sanità e Salute), particolarmente incentrato sull’infanzia. L’importanza della prevenzione primaria e dell’attività motoria, fisica, sportiva e del gioco, soprattutto in età evolutiva, è sviluppata poi nel contributo del prof. Marco Ivaldi et al., (Univ. Torino). Infine i dott. Marco Guerci e Mauro Molteni (Ospedale Galmarini di Tradate) riportano una testimonianza sugli esiti di mortalità nei pazienti anziani durante la seconda ondata epidemica.
. La vicenda pandemica è stata segnata dall’approvazione, commercializzazione e dispiegamento di massa dei vaccini COVID-19, eventi che ci hanno lasciato non pochi caveat. Il prof. Peter Doshi (Maryland, editorialista del “British Medical Journal”), documenta il percorso di autorizzazione dei vaccini COVID-19 a mRNA, additando carenze nelle valutazioni cui essi sono stati sottoposti nonché inesattezze e omissioni nelle dichiarazioni ad essi relative. Doshi tematizza come i comunicati stampa iniziali delle case produttrici, rilasciati a fine 2020, che annunciavano elevata efficacia e sicurezza prima ancora che fossero disponibili i dati e la successiva approvazione d’urgenza da parte della FDA, abbiano messo in moto una campagna comunicativa assertiva e senza più alcun spazio per un esame critico. Un fenomeno “too big to fail”, come lo definisce Doshi, che ha condizionato, con la sua imposizione da parte della politica, sfere di esistenza e libertà individuali. Il prof. Cosentino, curatore di sezione, al proposito evidenzia come i vaccini a RNA COVID-19 non siano vaccini convenzionali ma veri e propri farmaci (“chemical drugs”), poiché non contengono antigeni ma un RNA attivo della proteina Spike di SARS-CoV-2, che provoca la produzione endogena della proteina medesima. Viene discussa la tossicità di questi prodotti e gli effetti avversi conseguenti alla loro somministrazione. Gli aspetti biochimici e metabolici dell’infezione e della vaccinazione COVID-19 sono affrontati nel contributo di Pescarmona, Silvagno, Vernone (Univ. Torino) nell’ottica di porre le basi per interventi farmaco-terapeutici efficaci nel contrasto alle complicanze da malattia o da vaccinazione, laddove Panagis Polykretis, ricercatore indipendente in biologia strutturale, esamina il meccanismo di immunizzazione indotto dai vaccini COVID-19, mettendo in luce l’esigenza di studi di farmacocinetica in grado di identificare i potenziali tessuti a rischio. Il tema del rapporto beneficio-rischio della vaccinazione viene sviluppato anche nei saggi di Sara Gandini (epidemiologa statistica, IEO), del prof. Paolo Bellavite (già Univ. Verona) e Alberto Donzelli (spiecialista in igiene e medicina preventiva, Fondazione Allineare Sanità e Salute). Gandini argomenta sui vaccini anti-COVID-19 in quanto “grande risorsa” ma “occasione mancata”. Osserva come varie meta-analisi confermino una efficacia significativa della vaccinazione nell’evitare la malattia grave e come tuttavia anche l’immunità naturale protegga significativamente. L’utilità della vaccinazione pediatrica rimane controversa alla luce degli effetti avversi e in particolar modo delle miocarditi. La conclusione è che da un lato una vigilanza attiva sulle reazioni avverse avrebbe favorito una maggiore fiducia da parte della popolazione e dell’altro lato sarebbe stato opportuno realizzare strategie di prevenzione personalizzate. Bellavite esamina i dati sulla farmacovigilanza attiva e passiva dei vaccini COVID-19 e considera dettagliatamente i problemi di applicazione dell’algoritmo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la valutazione del nesso di causalità, mettendo in luce gravi carenze nei dati di sicurezza. Donzelli mette in discussione, sulla base dei dati epidemiologici disponibili, la compatibilità dell’obbligatorietà dei vaccini COVID-19 con l’articolo 32 della Costituzione.
- I 10 saggi (uno in versione bilingue) presenti nella sezione SCIENZE SOCIALI, a cura del prof. Paolo Becchi (Genova), che li introduce, sono ricchi di implicazioni interdisciplinari (giuridiche, bioetiche, anche economiche e politiche) e di riferimenti che vanno da Schmitt a Habermas, da Foucault a Han e altri ancora:
. Il prof. Becchi mette in esame il consenso libero e informato e il suo tradimento avvenuto con la vaccinazione di massa forzata, con la forzatura della “salute di Stato” su altri diritti e persino sul principio del rispetto della dignità umana; sempre sul tema del consenso libero e informato si concentra il contributo del prof. Alessandro Negroni(Genova), mentre Silvano Tramonte (medico) si occupa del Codice deontologico della professione medica, mostrando, con un attento commento di diversi articoli del codice, il “tradimento” che vi è stato di molti principi dell’etica professionale del medico durante la pandemia.
. la pandemia ha indotto una forte accelerazione nella digitalizzazione in ambito sanitario, tema sul quale si concentra il contributo della prof.ssa Ginevra Cerrina Feroni (Firenze, vicepresidente del Garante per la Protezione dei Dati Personali), che analizza la digitalizzazione sanitaria nella pluralità delle sue implicazioni, sottolineando l’assoluta necessità di evitare che la digitalizzazione possa mettere a repentaglio la privacy dei cittadini, tema su cui si gioca oggi la tenuta democratica di un ordinamento, e soffocare il rapporto concreto, esistenziale, tra medico e paziente;
. Il prof. Carlo Iannello (Campania “Luigi Vanvitelli”) difende l’art. 32 della Costituzione sottolineando l’erroneo assunto per cui una ridotta pressione sugli ospedali avrebbe costituito elemento sufficiente a motivare l’obbligo vaccinale. Sempre in ambito di giurisprudenza costituzionale, il contributo del prof. Touzeil-Divina (Univ. Toulouse Capitole) offre l’opportunità di un’analisi comparativa con gli accadimenti italiani, attraverso una disanima sul come il Consiglio costituzionale in Francia abbia di fatto validato tutte le decisioni che hanno limitato le libertà dei cittadini con la necessità di difendere l’ordine pubblico sanitario, quasi che la situazione fosse paragonabile a uno stato di guerra in cui la politica prende necessariamente il posto del diritto;
. il prof. Laurent Mucchielli (CNRS ed Aix-Marseille Université) si concentra sulla narrazione utilizzata dai governi per far accettare decisioni fortemente limitative delle libertà individuali attraverso un’efficace fabbrica del consenso attivata grazie al monopolio di pressoché tutta l’informazione. Il tema riecheggia nel saggio del prof. Carlo Magnani (Urbino) che analizza l’impatto che lo stato di emergenza sanitario ha avuto sul diritto alla manifestazione del pensiero e sul sistema dei media. Magnani mette in evidenza, prendendo a riferimento vari interventi dell’Unione Europea volti al contrasto alla disinformazione, come i sintomi di un approccio emergenziale fossero già ben presenti prima dello scoppio della pandemia da COVID-19, che non ha fatto altro che accelerare e declinare processi evolutivi già in atto da almeno un quinquennio;
- il prof. Fabio Vighi (Cardiff) lega il tema dell’emergenzialismo come metodo di governo
alla realizzazione di una espansione monetaria volta a prolungare l’esistenza di un sistema economico, il capitalismo globalizzato, in ostaggio della speculazione finanziaria;
- il contributo di Olga Milanese (avvocato) analizza il contesto normativo, sia europeo sia italiano, sulla cui base sono state rilasciate le autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini COVID-19.
- Martina Pastorelli (giornalista indipendente) e il prof. Maurizio Tirassa (Univ. Torino) curano e introducono i 7 saggi della sezione COMUNICAZIONE E SOCIETÀ nella quale si analizza il ruolo svolto dai mezzi di informazione in quella che assomiglia a una vera e propria formazione di massa.
. Nel saggio a loro firma, Pastorelli e Tirassa offrono una ricostruzione degli eventi pandemici, incluso il ruolo dei media e il loro pressoché totale asservimento alla comunicazione istituzionale, facendo riferimento alla dottrina militare di “shock and awe” e alla nozione di “iperoggetto” di Morton, nel quadro di una vera e propria guerra ibrida che si presenta come un finale “attacco all’uomo”;
. La giornalista indipendente Serena Tinari parla al proposito di un “requiem del giornalismo” e mette in luce come accanto al problema cronico dell’improvvisazione e incompetenza nella copertura mediatica degli affari di salute pubblica, durante la pandemia si sia verificato un vero e prorpio ribaltamento nella gerarchia delle fonti, prediligendo improvvisati “televirologi” e al contempo silenziando chi era davvero esperto nella materia, con tanto di campagne denigratorie al suono di “formule orecchiabili per un titolo d’impatto” che hanno partorito neologismi che hanno spaccato in due la società. È andato in onda un “festival della virologia a reti unificate” ironizza il prof. Ruben Razzante (Univ. Cattolica), che rileva come fin dall’inizio della crisi il sistema dell’informazione abbia cavalcato la paura e approfittato della spasmodica richiesta di notizie derivante dallo smarrimento indotto, scatendando di fatto un’infodemia cui ha contributo anche una comunicazione istituzionale “autoreferenziale e persuasoria” che “ha preso il sopravvento sulla comunicazione di pubblica utilità.”
- Per spiegare il livello di conformità della popolazione e di adesione a misure senza precedenti come il lockdown nazionale, è tuttavia necessario prendere in considerazione anche il ruolo giocato dai social network e la manipolazione delle informazioni attraverso un coordinamento tra governi, istituzioni sovranazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità e media. Su questa tesi si innestano i contributi del prof. Andrea Miconi (IULM) e dello scrittore Thomas Fazi che documentano gravi episodi di censura, dai sedicenti “fact-checker indipendenti di dubbia affidabilità” per la gestione dei contenuti nei social media alla sistematica censura a ogni livello di informazioni di grande rilievo come quelle contenute nei “Lockdown files” in Inghilterra, nei “Twitter files” negli Stati Uniti, nelle intercettazioni legate all’inchiesta di Bergamo.
- La pandemia e la sua gestione emergenziale o dell’”eccezione” hanno toccato gli aspetti più profondi e intimi della sfera antropologica. Sul mutamento della ritualità e del modo di confrontarsi con la morte si interroga la prof. Annamaria Fantauzzi (Univ. Torino), sostenendo che la pandemia abbia disumanizzato la morte e ci abbia privati della “breccia antropologica” rappresentata dal rituale funebre che contraddistingue l’essere umano. Sul mutamento della nostra percezione dei luoghi normali e quotidiani, diventati eccezionali durante la pandemia, e del loro specifico senso esistenziale, sulle implicazioni della mancanza di contatto con essi – e quindi con gli altri esseri umani – e sul ruolo sempre più invasivo dei luoghi virtuali indaga il prof. Alessandro Ricci (Bergamo), che ravvisa il rischio di una deriva in tempi di crisi che potrebbe “condurci a vivere non più gli spazi della normalità e della libertà, ma spazi di eccezione”.
- Lungi dal porsi come storia della pandemia da COVID-19 in Italia o come una rassegna delle misure di legge prese dai vari governi al proposito (che comunque vengono evocate) il volume ambisce a essere una “una critica della ragione pandemica” volta a costruire “consapevolezza poliedrica di un evento straordinariamente complesso”, con analisi e messa in discussione del complesso di “aspetti biomedici e di comunicazione sui quali si è fondata e con i quali si è plasmata la narrazione pandemica” e del “contesto in cui la pandemia si è dispiegata dal punto di vista socio-economico, politico, culturale”. Pertanto questa raccolta vuole contribuire ad aprire un dibattito costruttivo che superi le barriere ideologiche e le conseguenti spaccature che si sono formate nella nostra società.
Federica Cappelluti e Francesco Laviano, professori associati al Politecnico di Torino, hanno promosso e organizzato il congresso POLI-COVID-22. Paolo Cesaretti, professore associato all’Università degli studi di Bergamo, ha analizzato il linguaggio dell’emergenza pandemica.
CRITICA DELLA RAGIONE PANDEMICA
Covid-19: ripensare la fenomenologia di un evento epocale
A cura di Federica Cappelluti, Paolo Cesaretti, Francesco Laviano
Meltemi editore
Dal 28 marzo in libreria
Ufficio Stampa Meltemi
Clarissa Greta Gibella
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