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Marco Cavallo racconta la storia del simbolo che ha dato una svolta decisiva al modo di trattare i pazienti psichiatrici, mettendo in contatto, come mai era stato fatto prima, il mondo interno al manicomio, quello dei ricoverati, con il mondo esterno e cosiddetto reale. Ma il volume è anche il racconto di un’amicizia, quella nata nel 1973 tra Giuliano Scabia, autore del libro, Franco Basaglia, che all’epoca era il direttore dell’ospedale psichiatrico di Trieste, e il cugino Vittorio Basaglia, pittore e scultore.
Con i saggi di Franco Basaglia, Peppe Dell’Acqua, Elisa Frisaldi e Umberto Eco
Marco Cavallo racconta la storia del simbolo che ha dato una svolta decisiva al modo di trattare i pazienti psichiatrici, mettendo in contatto, come mai era stato fatto prima, il mondo interno al manicomio, quello dei ricoverati, con il mondo esterno e cosiddetto reale. Ma il volume è anche il racconto di un’amicizia, quella nata nel 1973 tra Giuliano Scabia, autore del libro, Franco Basaglia, che all’epoca era il direttore dell’ospedale psichiatrico di Trieste, e il cugino Vittorio Basaglia, pittore e scultore.
Insieme, i tre amici decisero di crea-re uno spazio interno all’ospedale in cui pazienti, medici, infermieri e volontari potessero comunicare tra loro, senza barriere. Nacque così Marco Cavallo, una struttura di cartapesta azzurra ispirata a un vero cavallo – “Marco”, appunto –, che dal 1959 era stato a lungo impiegato per trasportare materiali all’interno del manicomio e che i pazienti erano riusciti a salvare dal macello.
Alto quattro metri, Marco Cavallo divenne subito un simbolo di libertà in un luogo in cui sembrava non essercene. In grado di contenere tutti i sogni e i desideri dei pazienti ricoverati, quel cavallo di cartapesta è oggi l’icona indiscussa per il riconoscimento della dignità di persona ai pazienti psichiatrici, fino a quel momento ritenuti invisibili; quel riconoscimento che sarebbe stato finalmente raggiunto nel 1978 con la legge Basaglia e la chiusura dei manicomi.
Giuliano Scabia è stato un drammaturgo e scrittore italiano. Ha insegnato Drammaturgia al DAMS di Bologna per più di trent’anni. Grazie alle sue attività nei quartieri, nelle scuole e nei manicomi ha impresso una svolta radicale nel modo di praticare il teatro e la scrittura a servizio della collettività.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9791256151110 |
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Anno di pubblicazione | 2024 |
N° pagine | 306 |
Libertà, 13 ottobre, 2024
“Quando l’animazione teatrale entrò in manicomio scardinandone le regole”
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