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Per due milioni di anni abbiamo vissuto a contatto con il fuori, non nel buio delle grotte, ma in luoghi intermedi tra il chiuso e l’aperto: spalle alla roccia, occhi nella valle. Pochi secoli di civiltà industriale e di urbanesimo soffocante ci hanno abituati a vivere in scatole da scarpe. Tutto l’abitare va ripensato da qui, dalla constatazione che eravamo fatti per praterie e foreste, che ci piaceva e ancora ci piace vivere all’aperto, che facevamo case temporanee, leggere, che avevamo di meno e immaginavamo di più.
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Per due milioni di anni abbiamo vissuto a contatto con il fuori, non nel buio delle grotte, ma in luoghi intermedi tra il chiuso e l’aperto: spalle alla roccia, occhi nella valle. Pochi secoli di civiltà industriale e di urbanesimo soffocante ci hanno abituati a vivere in scatole da scarpe. Tutto l’abitare va ripensato da qui, dalla constatazione che eravamo fatti per praterie e foreste, che ci piaceva e ancora ci piace vivere all’aperto, che facevamo case temporanee, leggere, che avevamo di meno e immaginavamo di più. Sono le esperienze più estreme, quelle del limite e del lontano, che hanno qualcosa da dire sul fare casa oggi: capanne, bivacchi, tende, rifugi, ripari di fortuna, un’architettura minima, essenziale, ma più densa degli edifici materiali e simbolici in cui abbiamo finito per nasconderci. Dalla preistoria nomade alla casa aumentata dei nuovi media, dallo shelter rudimentale all’architettura di emergenza, dal macroalveare alla nano house, dai fast-places all’abitare-per-sempre, questo libro è un’esplorazione a rovescio delle radici antropologiche dell’abitare. Per alleggerirsi, stare di meno, andare via.
Matteo Meschiari è professore associato di Geografia all’Università di Palermo. Oltre a numerosi articoli, ha scritto svariati libri di carattere saggistico e letterario: Sistemi selvaggi. Antropologia del paesaggio scritto (2008), Dino Campana. Formazione del paesaggio (2008), Terra sapiens. Antropologie del paesaggio (2010), Nati dalle colline. Percorsi di etnoecologia (2010), Spazi Uniti d’America. Etnografia di un immaginario (2012), Uccidere spazi. Microanalisi della corrida (2013), Geofanie. La terra postmoderna (2015), Antispazi. Wilderness Apocalisse Utopia (2015), Artico nero (2016), Geoanarchia. Appunti di resistenza ecologica (2017), Neghentopia (2017).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788883538254 |
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Anno di pubblicazione | 2018 |
N° pagine | 168 |
Disegni di | Claudia Losi |
Interventi di | Tim Ingold, Jacques Lévy, Sami Rintala |
Salvatore Cusumano – Bio architettura, febbraio 2023
“Abitare nel baglio”
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Giulia Villoresi – D Casa la Repubblica, giugno 2022
“Se il privato diventa pubblico”
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Graziano Graziani – Fahrenheit (Radio Tre), 23 aprile 2019
“Disabitare”
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Andrea Cortellessa – doppiozero.it, 28 settembre 2018
“Esercizi di lettura terrestre”
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switch-magazine.net, 29 ottobre 2018
“Matteo Meschiari. Disabitare”
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Matteo Meschiari – che-fare.com, 25 ottobre 2018
“Camminando per New Orleans. Antropologia della shotgun house”
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Elisa Carrara – flaneri.com, 17 settembre 2018
“La casa è sotto la superficie della terra”
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Matteo Meschiari – indiscreto.org, 11 luglio 2018
“Cosa ci dicono le case dell’artico”
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Marco Belpoliti – La Repubblica, 3 luglio 2018
“Questa stanza non ha più pareti”
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Silvia Perfetti – Corriere della Sera, 24 giugno 2018
“Un libro come una casa”, su “Disabitare” di Meschiari
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