15,00€ 14,25€
Con l’introduzione del web interattivo e la metamorfosi dei telefoni cellulari in smartphone capaci di svolgere le principali funzioni di un pc si è rapidamente diffusa una nuova tecnica espressiva caratterizzata dal fatto di mescolare immagini, suoni e parole per produrre un’ampia tipologia di “forme brevi” di carattere audiovisivo. Tutti abbiamo rapidamente imparato non solo a comprendere questa “scrittura estesa” ma anche a usarla attingendone materiali e dispositivi dall’immane archivio della rete.
Con l’introduzione del web interattivo e la metamorfosi dei telefoni cellulari in smartphone capaci di svolgere le principali funzioni di un pc si è rapidamente diffusa una nuova tecnica espressiva caratterizzata dal fatto di mescolare immagini, suoni e parole per produrre un’ampia tipologia di “forme brevi” di carattere audiovisivo. Tutti abbiamo rapidamente imparato non solo a comprendere questa “scrittura estesa” ma anche a usarla attingendone materiali e dispositivi dall’immane archivio della rete. Quasi nessuno, tuttavia, si è chiesto se, proprio in quanto esposta a processi di apprendimento e interiorizzazione, la “scrittura estesa” digitale non fosse anche in grado di evolvere verso una maggiore complessità fino a configurare una svolta significativa nell’ambito delle tecnologie espressive umane. Il libro suggerisce che questo sviluppo sia già ampiamente in atto e che possa inoltre trovare un importante nutrimento in uno specifico filone della cultura dell’immagine in movimento: quello che guarda al film come a una particolare forma di scrittura audiovisiva, dotata di procedure tecniche caratteristiche (come la ri-mediazione e l’intermedialità) e di un’estetica orientata verso modi della sensibilità tipicamente riflessivi e critici. Accade, così, che proprio grazie allo strumento espressivo principale introdotto dalla rete, il nostro “sensorio digitale”, come sarà definito qui, si riveli intimamente e imprevedibilmente sintonizzabile con quelle che il grande psicologo russo Lev Vygotskij aveva chiamato “emozioni dell’intelligenza”, riferendole in particolare all’esperienza delle “forme brevi” in ambito artistico.
Pietro Montani, professore onorario di Estetica alla “Sapienza”, si occupa da molti anni di filosofia della tecnica. È curatore scientifico delle Opere scelte di S.M. Ejzenštejn (9 volumi, 1981-2020) e di D. Vertov, L’occhio della rivoluzione (2011). Tra i suoi ultimi libri: Bioestetica (20143); L’immaginazione intermediale (20142); Tecnologie della sensibilità (20202); Tre forme di creatività: tecnica, arte, politica (2017).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788855192569 |
---|---|
Anno di pubblicazione | 2020 |
N° pagine | 154 |
Simona Busni – Rivista del cinematografo, Settembre 2021
“Un metodo da inventare”
Leggi la recensione
Marco Maggi – Antinomie, 28 Settembre 2021
“Verifica dei poteri digitali”
Leggi l’articolo
Bruno Giurato – Domani, 20 novembre 2020
“La frammentazione del digitale esalta l’immaginazione umana”
Leggi la recensione
Anna Caterina Dalmasso – fatamorganaweb.it, 24 gennaio 2021
“L’immaginazione della materia virtuale”
Leggi la recensione
Roberto Maragliano – doppiozero.com, 7 gennaio 2021
“In rete: è scuola o non lo è?”
Leggi la recensione