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Il museo occidentale è un campo di battaglia ideologico, politico ed economico. Mentre oggi quasi tutti vogliono “ripensare il museo”, pochi hanno l’audacia di mettere in discussione i presupposti stessi del museo universale, prodotto dell’Illuminismo e del colonialismo, di un’Europa che si presenta come custode del patrimonio dell’intera umanità.
Il museo occidentale è un campo di battaglia ideologico, politico ed economico. Mentre oggi quasi tutti vogliono “ripensare il museo”, pochi hanno l’audacia di mettere in discussione i presupposti stessi del museo universale, prodotto dell’Illuminismo e del colonialismo, di un’Europa che si presenta come custode del patrimonio dell’intera umanità.
Ripercorrendo la storia del Louvre, discutendo i non detti della rappresentazione della schiavitù ed esaminando i tentativi falliti di sovvertire l’istituzione museale, Françoise Vergès delinea un orizzonte radicale: decolonizzare il museo significa attuare un “programma di disordine assoluto”, inventare altri modi di percepire il mondo umano e non umano che siano in grado di alimentare la creatività collettiva e di restituire giustizia e dignità ai popoli che ne sono stati espropriati.
Françoise Vergès, femminista antirazzista e decoloniale, cofondatrice dell’associazione “Décoloniser les arts”, è autrice di diversi libri e articoli sulla schiavitù coloniale, il femminismo, l’imperialismo, la riparazione, il museo e l’estrattivismo. Tra questi: Le ventre des femmes (2017); Un femminismo decoloniale (2020); Una teoria femminista della violenza (2021). Ha lavorato al progetto di un museo postcoloniale per il XXI secolo a La Réunion (2007-2010), è stata presidentessa del Comitato nazionale per la memoria e la storia della schiavitù (2009-2012), ha insegnato all’Università del Sussex, al Goldsmiths College, a Berkeley e alla Brown University e ha ricoperto la cattedra in Global South(s) presso il Collège d’études mondiales, FMSH (2014-2018).
Informazioni aggiuntive
| Codice ISBN | 9791256151851 |
|---|---|
| Anno di pubblicazione | 2025 |
| N° pagine | 296 |
| Prefazione di | Paul Gilroy |
| A cura di | Duccio Scotini |
| Traduzione di | Duccio Scotini |
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