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“Cari amici e fratelli, Croati, Serbi, Macedoni, Montenegrini, Albanesi, non aspirate a restare solo croati, serbi, macedoni, montenegrini, albanesi; siate anche pienamente europei. L’Europa potrà veramente diventare Europa solo creando molteplici e diverse associazioni tra nazioni ed etnie collegate, e sarà proprio l’integrazione di tutte queste unioni a costituire il suo tessuto vivente”. È l’accorato appello di Edgar Morin, posto in apertura a questa lucida analisi delle guerre iugoslave, delineata nel periodo di maggior asprezza del conflitto.
“Cari amici e fratelli, Croati, Serbi, Macedoni, Montenegrini, Albanesi, non aspirate a restare solo croati, serbi, macedoni, montenegrini, albanesi; siate anche pienamente europei. L’Europa potrà veramente diventare Europa solo creando molteplici e diverse associazioni tra nazioni ed etnie collegate, e sarà proprio l’integrazione di tutte queste unioni a costituire il suo tessuto vivente”. È l’accorato appello di Edgar Morin, posto in apertura a questa lucida analisi delle guerre iugoslave, delineata nel periodo di maggior asprezza del conflitto. Lo sguardo del grande sociologo francese illustra lo scontro fra due concezioni incompatibili dello stato e dell’identità nazionale: una rigida, esclusiva, intollerante, follemente “purificatrice”, e una rispettosa delle pluralità delle culture, delle memorie e dei modi di vita, considerata come la fonte stessa della vitalità di uno stato e dell’Europa tutta.
Edgar Morin, sociologo, filosofo, saggista, iniziatore del “pensiero complesso”, direttore emerito di ricerca al Cnrs, è uno dei più grandi intellettuali contemporanei. Meltemi ha già pubblicato I miei demoni (1999), Introduzione a una politica dell’uomo (2000), L’uomo e la morte (2002) e Lo spirito del tempo (20172).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788855192262 |
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Anno di pubblicazione | 2020 |
N° pagine | 166 |
Introduzione all'edizione italiana di | Gianluca Bocchi, Mauro Ceruti |
Federico Argentieri – La Lettura, Corriere della Sera, 13 marzo 2022
“Le guerre del dopoguerra”
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