Ma in fondo, delle note, chissenefrega
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raccontati dai bandi(s)ti stessi, orchestrati da Guido bomba Tassinari, fotografati da Danilo kiver Borrelli, illustrati da Gabriele ilfisa Orlando
Dal 1985 la Banda degli Ottoni a Scoppio continua ininterrottamente a presidiare ogni piazza sul suolo di Milano. Accanto ad antifascisti e lavoratori, da trentacinque anni imbraccia gli strumenti per dare voce agli ultimi e agli indifesi. Ma perché una banda? Perché pratica democrazia, anarchia, comunità, umanità nuova.
Dal 1985 la Banda degli Ottoni a Scoppio continua ininterrottamente a presidiare ogni piazza sul suolo di Milano. Accanto ad antifascisti e lavoratori, da trentacinque anni imbraccia gli strumenti per dare voce agli ultimi e agli indifesi. Ma perché una banda? Perché pratica democrazia, anarchia, comunità, umanità nuova. Trentacinque anni, trentacinque capitoli, più un preludio e una coda aperta al futuro. Un capitolo, un aspetto della banda; ogni sezione, poche pagine: filosofia d’accatto, storia romanzata, memorie. Parole, foto, articoli, liriche, disegnini, figurine; link a video, partiture, testi di canzoni, musiche d’accompagnamento degli attimi raccontati. Ma in fondo, delle note, chissenefrega, raccontati dai bandi(s)ti stessi, orchestrati da Guido bomba Tassinari, fotografati da Danilo kiver Borrelli e illustrati da Gabriele ilfisa Orlando, è l’esilarante e accorato memoir di una banda che non ha mai smesso di resistere.
Guido Tassinari, bandito dal ’93, forse, chissà, ha pubblicato vari saggi e due raccolte di racconti, Quelle voci dal vuoto (2009) e Zaher e i suoi fratelli (2015).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788855191081 |
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Anno di pubblicazione | 2020 |
N° pagine | 230 |
Rumore, agosto 2020
“Letture estate 2020”
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Tobia D’Onofrio – A Rivista Anarchica, maggio 2020
“La banda, un laboratorio di uguali”
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Franco Bergoglio – Alias, Il Manifesto, 25 aprile 2020
“Fanfare urbane resistenti”
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Diego Petrini- fqmagazine (Il Fatto Quotidiano), 11 aprile 2020
“La Banda degli Ottoni a Scoppio diventa un bandaromanzo: carnevale di suoni e miracoli per 35 anni senza spartito e dalla parte degli ultimi”
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Zita Dazzi – La Repubblica (ediz. Milano)
“Da Bella Ciao a Clandestino, i nostri primi 35 anni”
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