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Per millenni ci siamo concentrati sull’umanità, ma è di territà che dovremmo parlare. La questione è urgente, riguarda la comprensione dei tempi e la salvezza di ogni specie. Landness non è la vecchia Terra rivisitata o un nuovo gadget concettuale, è il Cosmo che prende coscienza di sé attraverso l’immaginazione di Homo sapiens, è un paradigma che lievita in noi dalle ombre della preistoria.
Per millenni ci siamo concentrati sull’umanità, ma è di territà che dovremmo parlare. La questione è urgente, riguarda la comprensione dei tempi e la salvezza di ogni specie. Landness non è la vecchia Terra rivisitata o un nuovo gadget concettuale, è il Cosmo che prende coscienza di sé attraverso l’immaginazione di Homo sapiens, è un paradigma che lievita in noi dalle ombre della preistoria. Solo chi ha frequentato i margini dei saperi e della vita ha potuto sperimentare la potenza eversiva della landness. Perché per coglierla ci vuole fortuna, occorre lasciarsi alle spalle le regioni sicure, bisogna imboccare sentieri impervi. Lo avevano capito Élisée Reclus, Pëtr Kropotkin, Mosè Bertoni, geografi anarchici dell’Ottocento. Nel secolo successivo, alcuni “scrittori della Terra” come James Kilgo, Lorand Gaspar e Kenneth White hanno aggiunto frammenti alla mappa. Ma questa storia geoanarchica non può essere raccontata solo con i morti, ha bisogno di un supplemento di vita. Percorrendo i sentieri della Theory Fiction, in bilico tra memoir e romanzo-saggio, Landness raccoglie due decenni di esplorazioni dell’autore, due secoli di pensiero geografico, duecento millenni di immaginazione.
Matteo Meschiari è antropologo, geografo e scrittore. Ha insegnato in varie università francesi e dal 2015 è professore associato di Geografia all’Università degli Studi di Palermo. Da anni svolge ricerche sul paesaggio in letteratura e sullo spazio percepito e vissuto in ambito europeo ed extraeuropeo. Tra le sue recenti pubblicazioni: Artico nero (2016); Geoanarchia (2017); L’ora del mondo (2019); Finisterre (2019); Antropocene fantastico (2020); Geografie del collasso (2021). Per Meltemi, ha pubblicato Disabitare (2018). Con Antonio Vena ha ideato il progetto “TINA – Storie della Grande Estinzione” sull’immaginario collettivo nell’Antropocene e i blog “La Grande Estinzione” e “Il problema di Grendel”.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788855196857 |
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Anno di pubblicazione | 2022 |
N° pagine | 240 |
Geraldina Colotti – Le monde diplomatique, marzo 2023
“Il margine e le rovine”
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Marco Grassano – Albionline, 18 marzo 2023
“Landness di Matteo Meschiari”
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Franco La Cecla – Avvenire, 1 febbraio 2022
“Antropologi sul campo con la penna di Faulkner”
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Domenica, Il Sole 24 Ore, 15 gennaio 2023
“Nuove geografie”
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Danilo Zagaria – Esquire, 29 dicembre 2022
“I migliori saggi del 2022”
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Fabio Donalisio – Blow up, novembre 2022
“Geoanarchia”
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Matteo Meschiari – Scenari, 18 novembre 2022
“Ossabaw: isola reale o mentale? James Kilgo tra letteratura e geografia”
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Graziano Graziani – Fahrenheit Radio 3
“11/11/2022”
Ascolta la puntata, dal min. 1:04:38
Giuseppe Sorce – OperaViva Magazine, 16 novembre 2022
“Territà”
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Pierfranco Pellizzetti – MicroMega, 8 novembre 2022
“L’ambiente come sfida democratica”
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Enzo Mansueto – Corriere del Mezzogiorno, 6 novembre 2022
“Ripensare il legame con la terra”
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Edoardo Pelligra – Torinosette, La Stampa, 4 novembre 2022
“Siamo nell’era dei collassi ambientali e culturale, la ‘territà’ ci ridà un ruolo”
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Veronica Sicari – Cultura al femminile, 26 ottobre 2022
“Landness di Matteo Meschiari”
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Marco Petroni – Artribune, 21 ottobre 2022
“Pensare la Terra in modo nuovo.”
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Danilo Zagaria – La Lettura, Corriere della Sera, 16 ottobre 2022
“Anche un canto definisce una geografia”
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Matteo Meschiari – Tropico del Cancro, 7 ottobre 2022
“Landness. Una storia geoanarchica”
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Elisa Veronesi – Ibridamenti, 11 ottobre 2022
“Viaggio lungo i bordi della territà”
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Maurizio Corrado – Doppiozero, 9 ottobre 2022
“Landness di Matteo Meschiari: la Terra e noi”
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Matteo Meschiari – minima&moralia, 7 ottobre 2022
“Landness di Matteo Meschiari”
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Giornale di Sicilia, 5 ottobre 2022
“Terra, homo sapiens e salvezza”
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