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Esiste un versante della letteratura fantastica particolarmente cupo e crudele, che immagina la possibilità di un mondo ancor peggiore di quello reale: disegnando il quadro senza speranza di società dominate da regimi violentemente oppressivi e totalmente alienanti oppure toccando l’estremo limite di un’umanità ridotta a pochi superstiti, in fuga da spaventose catastrofi. Questo genere, chiamato “distopia” in opposizione alle rosee prefigurazioni dell’utopia, è oggi frequentatissimo, sia nella letteratura sia nel cinema e nei fumetti. Si tratta insomma di un paesaggio inevitabile del nostro immaginario collettivo attuale, che evidentemente non riesce a pensare altro futuro che non sia la “fine del mondo”. Ma che significato ha la distopia?
Esiste un versante della letteratura fantastica particolarmente cupo e crudele, che immagina la possibilità di un mondo ancor peggiore di quello reale: disegnando il quadro senza speranza di società dominate da regimi violentemente oppressivi e totalmente alienanti oppure toccando l’estremo limite di un’umanità ridotta a pochi superstiti, in fuga da spaventose catastrofi. Questo genere, chiamato “distopia” in opposizione alle rosee prefigurazioni dell’utopia, è oggi frequentatissimo, sia nella letteratura sia nel cinema e nei fumetti. Si tratta insomma di un paesaggio inevitabile del nostro immaginario collettivo attuale, che evidentemente non riesce a pensare altro futuro che non sia la “fine del mondo”. Ma che significato ha la distopia? È un tentativo di indovinare come andranno veramente le cose? È un ammonimento per convincerci a cambiare rotta? È uno sberleffo alla faccia del genere umano che piange lacrime di coccodrillo dopo aver inquinato e distrutto un intero pianeta? O è un modo, invece, per saturarci con le immagini “finte” del disastro, così da abituarci a sopportare l’orrore di quelle vere? Questo libro esplora approfonditamente il continente distopia, ne fa la storia e ne ipotizza le principali tipologie, cercando di applicare gli strumenti della critica letteraria e dell’analisi del testo alle rappresentazioni dell’incubo collettivo, siano esse scritture di spessore artistico o fiction di consumo.
Francesco Muzzioli, docente di Critica letteraria alla Sapienza Università di Roma, ha lavorato attorno alla letteratura riguardo sia alla discussione e al confronto delle posizioni teoriche e metodologiche, sia al riesame critico del Novecento letterario, privilegiando le punte di avanguardia e di sperimentalismo. Ha scritto numerosi libri di critica letteraria su autori novecenteschi. Con Meltemi ha pubblicato L’alternativa letteraria (2002), Le strategie del testo (2004) e Quelli a cui non piace (2008). Più di recente è intervenuto sul tema del rapporto politica-letteratura con Un colpo di pistola nel concerto (2016).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788855193160 |
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Anno di pubblicazione | 2021 |
N° pagine | 336 |
letture.org
“‘Scritture della catastrofe. Istruzioni e ragguagli per un viaggio nelle distopie’ di Francesco Muzzioli”
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Gabriele Ottaviani – convenzionali.com, 23 gennaio 2021
“Scritture della catastrofe”
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