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Nella cultura occidentale, la natura assume volti contrastanti: entità pura e benevola, da un lato; forza selvaggia e mostruosa, dall’altro. Si tratta di rappresentazioni che rivelano uno sguardo teso fra il desiderio di controllo e il riconoscimento di ciò che sfugge a ogni dominio.
Da sempre, questa ambivalenza ha permesso di utilizzare la natura come riferimento per tracciare il confine tra ciò che è ritenuto normale e ciò che, al contrario, viene respinto, negato ed escluso: il contronatura. Mostri, prodigi e corpi indisciplinati sono alcune delle figure che popolano i margini di una natura concepita come pura, sana e binaria.
Nella cultura occidentale, la natura assume volti contrastanti: entità pura e benevola, da un lato; forza selvaggia e mostruosa, dall’altro. Si tratta di rappresentazioni che rivelano uno sguardo teso fra il desiderio di controllo e il riconoscimento di ciò che sfugge a ogni dominio.
Da sempre, questa ambivalenza ha permesso di utilizzare la natura come riferimento per tracciare il confine tra ciò che è ritenuto normale e ciò che, al contrario, viene respinto, negato ed escluso: il contronatura. Mostri, prodigi e corpi indisciplinati sono alcune delle figure che popolano i margini di una natura concepita come pura, sana e binaria.
Ovunque emerge, il contronatura apre uno spazio di resistenza e offre una prospettiva privilegiata sulla complessità dei viventi nei regni animale e vegetale, portando alla luce comportamenti che mettono in crisi il dogma della riproduzione e la lotta per la supremazia, in favore del desiderio e della cooperazione.
Esaminando i meccanismi di oppressione che l’umanità ha imposto sull’ambiente e sui corpi che lo attraversano, ecologia e teo-ria queer diventano alleate nel sovvertire l’immaginario econormativo. Insieme alle arti contemporanee – cinema, musica, arti visive e performative – esplorano una pluralità di nature contronatura, invitandoci a immaginare nuovi modi di rappresentare le alterità nell’Antropocene.
Dario Alì è un ricercatore indipendente e svolge attività di formazione rivolta a docenti e studenti. Nei suoi studi esplora i legami tra questioni di genere e tematiche ambientali nell’arte contemporanea. È co-fondatore e membro del board curatoriale di “Kabul”, rivista di arti e culture contemporanee e casa editrice indipendente attiva dal 2016.
Vincenzo Grasso è dottorando in Estetica e collabora come traduttore per la rivista “Kabul”. Suoi contributi saggistici e narrativi sono apparsi online.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9791256151882 |
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Anno di pubblicazione | 2025 |
N° pagine | 296 |
Prefazione di | Paul Gilroy |
A cura di | Duccio Scotini |
Traduzione di | Duccio Scotini |