Antropologia e Cultura Pubblica

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Antropologia e Cultura Pubblica
Collana di ricerche etnografiche

Collana diretta da
Berardino Palumbo (Università di Messina) e Giovanni Pizza (Università di Perugia)

Comitato scientifico internazionale
Mara Benadusi (Università di Catania); Giordana Charuty (Ecole Pratique des Hautes Etudes, Paris); Armando Cutolo (Università di Siena); Dieter Haller (Ruhr-Universität Bochum); Michael Herzfeld (Harvard University); Douglas Holmes (Binghamton University); Simona Taliani (Università di Torino); Dorothy L. Zinn (Libera Università di Bolzano).

La ricerca antropologica contemporanea vive una fase di radicale rinnovamento. L’espansione politica, economica e culturale del neoliberalismo continua a produrre ingiustizie, ma attiva anche frizioni, accomodamenti, movimenti e resistenze, in uno scenario contraddittorio che si offre a indagini etnografi che nuove. Il definitivo tramonto di una presunta “neutralità” delle scienze impone scelte ineludibili di ripoliticizzazione e impegno nella sfera pubblica. Emergono inedite responsabilità della pratica antropologica e lo sguardo scientifico della disciplina, già orientato a criticare il senso comune, si rivolge ai modi in cui i rapporti di forza e di potere costruiscono relazioni sociali, permeando forme e stili dell’azione, corpi e istituzioni, simboli ed emozioni. Nella consapevolezza che le istituzioni costituiscono la sorgente attiva della cultura, antropologhe e antropologi raffi nano la loro postura critica non solo nei confronti delle produzioni culturali, ma anche verso le stesse categorie analitiche e interpretative della disciplina. Questa collana fa proprie tali tendenze e intende aprirsi a lavori di ricerca che, mantenendo ferma la densità e la sedimentazione dell’esperienza etnografi ca, si mostrino interessati ad affrontare temi, problemi e contesti di interesse per la costruzione di una nuova cultura pubblica italiana e internazionale. “Antropologia e cultura pubblica” accoglie etnografi e che, al di là della propria localizzazione e attraverso una sensibilità per le dimensioni culturali e politiche dei processi di globalizzazione, si propongano di affrontare lo studio di spazi, momenti, occasioni nei quali differenze culturali, disuguaglianze sociali e rapporti di potere assumono la valenza di fenomeni pubblici.